Lunedì scorso si è concluso il quinto appuntamento della rubrica: “Incontro con l’Autore”. Protagonista dell’incontro organizzato come sempre dal Centro culturale “V.Paternò-Tedeschi” in collaborazione con la Biblioteca “R.Livatino” al Castello di Leucatia”, è stato il poeta-aedo Alfio Patti. Il giornalista e scrittore Santo Privitera che ha presentato l’autore, prima dell’intervista finale, ha avviato alcune riflessioni critiche sulle opere e, al contempo, tracciato un breve excursus sulla intensa attività culturale e artistica che ha portato Alfio Patti ad essere tra i più apprezzati poeti dialettali del nostro tempo, oltre che raffinato cantore di cose siciliane. “Quando ho letto la nota di Ignazio Buttitta al primo libro di Alfio Patti “Canti di petra lava”-ha esordito Privitera-ho capito, visto che Buttitta non era certo prodigo di facili entusiasmi, che questo autore allora alle prime armi avrebbe fatto strada.” “Arte E folkore di Sicilia”, il periodico fondato dal compianto Alfredo Danese, è stato il suo primo trampolino di lancio. In questo Circolo ha incontrato il fior fiore dei poeti dialettali catanesi del dopoguerra ma, soprattutto, ha imparato a studiare il linguaggio dialettale e le sue svariate forme sgrammaticali. L’Università ha fatto ll resto. L’attività di studio e di ricerca unitamente all’innato corredo artistico, hanno consentito a Patti di raggiungere una maturazione che ben si evidenzia nel libro di recente pubblicazione “Cca sugnu” (Eccomi). Spunti per approfondite riflessioni, questo libro che fa parte di una trilogia avviata con “Nudi e crudi”, ne offre tanti. Il titolo è di per sè indicativo; l’autore si affida alla parola quale arma unica ed efficace da brandire per contrastare il disfacimento dei tempi e il sonno delle coscienze(Gabriella Rossitto): ” Iù manìu paroli/ e mi nni fazzu scudu: / nuddu è cchiù forti di n’omu nudu./ (Io maneggio parole e me ne faccio scudo; nessuno è più forte di un uomo nudo). Ma “Ca sugnu” è l’espressione dialettale che meglio esprime ontologicamente il senso dell’ esserCi sulla scena del mondo; l’esserCi come uomo/protagonista, arbitro del bene e del male, di una società sempre in lotta e perciò stessa capace di secernere in continuazione humus per la poesia: Cca semu…sempri in prima linea. (Nella foto scattata da Gianni De Gregorio, da sin: Alfio Patti e Santo Privitera).
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