Tra i diversi spettacoli che a partire dal 29 novembre Alfio Patti terrà in giro, pubblichiamo due appuntamenti vicini a Catania e provincia, su località facilmente raggiungibili, e gratuiti in quanto offerti da Enti pubblici.
La religiosità, visto il periodo natalizio, sarà l’argomento portante. Gli spettacoli, infatti, avranno per titolo “Natali” e la religiosità nella poesia e nei canti di Sicilia interpretati e rivisti da Alfio Patti.
– Gravina di Catania, Giovedì 18 dicembre, ore 18. Auditorium Comunale “Angelo Musco”. – A cura dell’Amministrazione comunale di Gravina di Catania.
– Nicolosi (CT), martedì 23 dicembre, ore 19,30 all’interno della Chiesa Madre. A cura dell’Amministrazione comunale di Nicolosi (CT).
«Il novanta per cento delle canzoni e delle poesie popolari siciliane fanno cenno se non addirittura riferimento a Dio, ai santi, alla Madonna, al paradiso e così via, in una sola parola alla religione, con particolare riferimento alla figura di Cristo. La parte cristica è quella dominante perché il popolo di Sicilia, abituato alle ingiustizie per vie delle continue invasioni e dominazioni, ha sempre visto nella figura di Cristo colui che ha pagato più di tutti “Gesù Cristu, criaturi” dice una canzone. Quel “criaturi” umanizza la figura di Gesù e diventa metafora del “cumpagnu a dolu gran cunsolu” nel senso che se il figlio di Dio ha patito quel che ha patito e sapendo, il popolo, che “la vita non ti dà nessun amico e la gioia è il sorriso del dolore”, la sofferenza universale viene in parte esorcizzata in quanto anche la povera gente si sente crocifissa.
Nella maggior parte delle poesie d’amore, o di lotta, di lamento, di protesta, di noia, di gioia si trova riferimento alla religiosità.
Alfio Patti, noto come l’Aedo dell’Etna, quindi, imbracciando la sua chitarra, recita poesie e canta canzoni intessendo il percorso sopra citato, partendo da “Gesù Cristu” a “Sant’Ajta ch’è gauvutu stu suli”; da “Amuri amuri” a “Chiuviti chiuviti” e così via.
Sono canti popolari a partire dal XVI secolo fino ad arrivare al XIX secolo.».